Mediaworld e la scommessa mondiale.

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Quello di Mediaworld è un caso interessante di integrazione tra spot televisivo e marketing virale indotto. In questo caso la fonte del messaggio commerciale è chiara (Mediaworld stessa) quindi nessuna regia occulta, la provenienza della fonte comunicativa è chiaramente individuabile e il messaggio (veicolato tramite media ufficiale) è semplice e apparentemente non nasconde nessuna comunicazione nascosta o virale.
In maggio la filiale italiana della multinazionale tedesca Mediamarket che distribuisce elettronica di consumo in 12 paesi europei attraverso il marchio Mediaworld, lancia una singolare campagna promozionale: sull’acquisto di mega televisori (dai 32 pollici in su, cristalli liquidi o plasma) acquistati nel periodo dal 18 maggio all’8 giugno si poteva usufruire di un rimborso in buoni acquisto dell'equivalente speso, in caso di vittoria ai mondiali della nazionale azzurra.

Pierluigi Bernasconi amministratore delegato del gruppo Mediamarket rivela inoltre che soltanto in Italia questa campagna promozionale è stata varata (probabilmente perchè c'era grande fiducia della risposta commerciale della clientela e indirettamente della possibilità di vittoria della squadra). Mediaworld nei primi mesi del 2006 presidiava una quota minoritaria nel panorama nazionale della grande distribuzione di elettronica, superata lungamente da altri importanti gruppi, tra i quali il gruppo Unieuro che ha da sempre associato il nome al payoff "L'era dell'ottimismo". Quindi quale migliore occasione per dimostrare sul campo (ed è il caso di dirlo parlando di calcio) le attitudini di ottimismo del gruppo mediaworld se non una scommessa sull'Italia vincente e apparentemente contro i propri interessi?
Il tam tam della scommessa vincente è circolato dagli spot televisivi, alle famiglie, amici, in strada, nei bar e su internet, portando 10 mila tifosi dell'Italia ad assicurarsi un televisore al plasma almeno di 32 pollici; pertanto il gruppo si vede ora costretto a rimborsare l'equivalente di 10 milioni di euro in buoni acquisto spendibili entro la fine dell'anno.
In molti e tra i quali alcuni giornali (forse più furbescamente che ingenuamente) si sono meravigliati di questo "autogoal" commerciale della società, addirittura paventando il fallimento di un gruppo che fattura diversi miliardi di euro a fronte di un rimborso di 10 milioni di euro.
Come sottolinea divertito e comprensibilmente soddisfatto il dott. Bernasconi, si erano cautelati stipulando un’assicurazione che li rimborsasse in caso di vittoria della Nazionale.
Ma prescindendo la copertura assicurativa, i benefici in termini commerciali e di immagine guadagnati dal gruppo sono stati innumerevoli.
In primo luogo quello di un brand che si lega ai colori della nazionale, quasi divenendone un portafortuna, mostrando concretamente ottimismo a differenza dei proclami vuoti e spesso divenuti delle parodie di comici, offerti da Unieuro.
Non è difficile immaginare che nelle prossime competizioni sportive che vedranno coinvolte l'Italia (europei e mondiali) Mediaworld potrebbe monopolizzare il mercato delle vendite giocando sull'effetto scaramanzia.
Altra considerazione è la capacità di aver veicolato l'informazione commerciale a un sentimento emotivo immediato e forte che può essere il tifo calcistico per una nazionale, per cui nell'immaginario collettivo di milioni di italiani Mediaworld verrà inconsciamente considerato un marchio vincente, che ispira fiducia, un amico che tifa e scommette con noi al bar per la vittoria della nostra squadra del cuore.
Inoltre Mediaworld ha giustamente fatto leva sull'indole da scommettitori diffusissima in Italia, per cui non fosse altro per il gusto di partecipare a questa forma di gioco-scommessa collettiva, si è disposti ad acquistare un televisore ("che comunque serve sempre, l'avrei comprato altrove, magari l'Italia vince"..).
Ultima ma non meno importante considerazione sono i costi di una campagna promozionale sui media tradizionali (alcuni milioni di euro al mese) per assicurarsi la piena visibilità nazionale e la garanzia di un messaggio che arrivi universalmente, ma non la garanzia se non statistica di acquisto, che è frutto di analisi e studi di mercato.
Un 'operazione commerciale del genere garantiva un riscontro immediato e sicuro, oltre a sottrarre grosse quote di mercato alla concorrenza e i 10 milioni di euro che saranno costretti a rimborsare sono una cifra irrisoria, rispetto a questo "balzo in avanti" di quota di mercato e al senso di fidelizzazione conquistato. Le vendite dei televisori al plasma è più che raddoppiata, ma tutti gli altri articoli Mediaworld sono aumentati nelle vendite del 30% immediatamente, senza che godessero della promozione mondiale.


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